L' Amarone

Il vino preferito di Nonno Alberto

Negli anni ‘40 la Valpolicella era già famosa per i suoi vini da appassimento. Accanto al vino quotidiano, il Valpolicella, era tradizione produrre un vino molto dolce ma di estremo equilibrio: il Recioto. Capitava però che la fermentazione scappasse e gli zuccheri venissero svolti del tutto, lasciando nelle botti un vino secco: l'Amarone, ancora oggi chiamato in dialetto veronese Recioto scapà. Si trattava di un vino difficile da vinificare, che richiedeva tempo e conoscenze enologiche per poter essere affinato, e per questo nessuno aveva mai pensato prima di imbottigliarlo, sfavorendone uno sviluppo commerciale.

Era però il vino preferito di Alberto Bolla, che ne teneva qualche botte nella sua cantina privata, la «Cantina del Nonno», e che stappava con famigliari o amici in occasioni speciali. Il figlio Giorgio decise quindi di fare un regalo al padre per i suoi 80 anni, un regalo che doveva essere duraturo nel tempo, imbottigliando questo vino che necessitava di almeno 3 anni di affinamento, intuendone anche il potenziale interesse commerciale.

Grazie alle sue competenze enologiche e ad uno studio approfondito della vinificazione, riuscì a dare un’identità precisa al vino, potendo così imbottigliare il primo «Amarone del Nonno», annata 1950. Il vino venne presentato a Milano, il 13 Aprile 1953, in occasione dell’ 80° compleanno di Alberto Bolla, alla presenza di tutta la famiglia, dei collaboratori e di importanti giornalisti.

Da quel momento l’Amarone divenne un vino di pregio, eccellenza enologica di Verona in tutto il mondo, e la cantina Bolla legò per sempre il suo nome a quello della denominazione, che verrà istituita soltanto nel 1968 con l’approvazione del primo disciplinare di produzione e l’istituzione della DOC.